La Chimère (La chimera)

du 9 au 12 décembre 2h 10min /Comédie dramatique, Drame, Comédie
De Alice Rohrwacher Avec Josh O’Connor, Carol Duarte, Isabella Rossellini

Chacun poursuit sa chimère sans jamais parvenir à la saisir. Pour certains, c’est un rêve d’argent facile, pour d’autres la quête d’un amour passé… De retour dans sa petite ville du bord de la mer Tyrrhénienne, Arthur retrouve sa bande de Tombaroli, des pilleurs de tombes étrusques et de merveilles archéologiques. Arthur a un don qu’il met au service de ses amis brigands : il ressent le vide. Le vide de la terre dans laquelle se trouvent les vestiges d’un monde passé. Le même vide qu’a laissé en lui le souvenir de son amour perdu, Beniamina.

Trama La chimera

Questo film, diretto e scritto dalla Rohrwacher, è ambientato nella Tuscia degli anni ottanta. Arthur (Josh O’Connor), un inglese legato al mondo dell’aldilà, riesce a percepire la presenza delle tombe sotto di lui. Collabora con un gruppo di tombaroli per recuperare e vendere pezzi di arte etrusca saccheggiati dalle tombe. Il giovane ha da poco perso il suo grande amore Beniamina, che sogna di ritrovare.

Questo film ci mette davanti la tematica non solo del ricordo, presente anche in altre opere della regista, ma anche a quella dell’aldilà. Spesso quando si tratta di parlare dell’aldilà ci si focalizza sulla morte. Si crea un contesto pesante e non adatto a tutti. Alice Rohrwacher al contrario tratta l’argomento con una sensibilità sconcertante e un’ironia velata che riesce a far volare le due ore di pellicola.

Un film che fa riflettere su passato e presente

Questo film ci dona, come per le altre opere dell’autrice, tanti spunti di riflessione.

Primo su tutti è forse il motivo dell’attaccamento materiale legato allo saccheggiare le tombe, per quanto riguarda l’aldilà, ma che nel presente accade nella casa della signora Flora. Il personaggio di Isabella Rossellini è una donna anziana, ormai arrivata alle ultime gocce della sua vita. Vive in una casa che pian piano le crolla addosso, ma non vuole arrendersi e abbandonarla. Lei vuole rimanere lì, a custodire la sua casa e i suoi oggetti, che le figlie cercano di saccheggiare mentre lei continua a essere in vita.

“È un film sul disincanto, sul materialismo, sui giorni in cui abbiamo capito che non c’era più niente di sacro” Alice Rohrwacher in conferenza stampa

In secondo luogo abbiamo i bellissimi discorsi spesi sui luoghi di nessuno. Quelli che poi appartengono a tutti, come la stazione di Riparbella.

E terzo, ma non per importanza, la Rohrwacher ci mostra un periodo di grande saccheggiamento del nostro patrimonio artistico. Occasione che ha portato alla svendita di tantissime opere all’estero. E in questo contesto, gli unici che si interessano alla salvaguardia dell’integrità storico artistica del Bel Paese, sono due stranieri: Arthur e Italia.

L’impronta indelebile di Alice Rohrwacher

Anche a livello tecnico questo film stupisce. Innanzitutto vengono utilizzati tre diversi tipi di pellicola: 35mm, 16mm, super16mm. Questo cambio di pellicola viene fatto sempre per adattare al meglio le scene e le ambientazioni. Il tutto è accompagnato da una fotografia azzeccata e da una colonna sonora perfettamente in linea con il film. Anche la scelta delle inquadrature e dei movimenti di macchina, fanno subito capire che si sta guardando un film di un’artista dall’impronta indelebile.

La riuscita di questo film pone le sue fondamenta nella sceneggiatura e nella caratterizzazione dei personaggi. Questi ultimi risultano profondi e interessanti in ogni loro sfaccettatura.

La chimera è un film da non perdere

La chimera, come ha detto da Rohrwacher in conferenza stampa, è un viaggio collettivo, e non ha al suo interno un eroe. Attraverso questa storia la regista tocca alcuni dei suoi temi ricorrenti: il ricordo, il rapporto tra uomo e natura.

Un film che vuole racconta l’invisibile e il visibile, e che riesce a emozionare. Grazie anche a un cast spettacolare, partendo dal protagonista Josh O’Connor, che ci delizia parlando in italiano. Proseguendo abbiamo Alba Rohrwacher e Isabella Rossellini, per parlare di volti a noi noti, Vincenzo Nemolato e Carol Durante. Tutti riescono a trovare il proprio spazio e a essere perfetti all’interno di questa cornice magica. I cantastorie donano quel tocco in più alla pellicola, e ne rendono ancora più piacevole la visione.

Insomma Alice Rohrwacher non delude, resta coerente con il suo stile e ci dona un vero gioiello. Un film poetico e delicato, che custodiremo fieramente nel nostro patrimonio cinematografico.