du 14 au 17 décembre 2019
Date de sortie 30 janvier 2019 (1h 45min)
De Paolo Genovese
Avec Valerio Mastandrea, Marco Giallini, Alba Rohrwacher
Genres Drame, Thriller
Nationalité italien
Synopsis : Un homme mystérieux, assis à la même table d’un café, reçoit la visite de dix hommes et femmes qui entrent et sortent à toute heure de la journée pour le rencontrer et se confier. Il a la réputation d’exaucer le vœu de chacun en échange d’un défi à relever. Tous se précipitent à sa rencontre. Mais pourquoi et jusqu’où iront-ils pour réaliser leurs désirs ?
Critique par Hélène Marzolf (Telerama)
Chaque jour, un homme mystérieux, toujours assis à la même table de café, reçoit des inconnus, dont il exauce les vœux en échange d’une « mission ». Pour retrouver la vue, un aveugle est supposé violer une femme. Une nonne doit tomber enceinte pour sentir à nouveau la présence de Dieu…
Adapté d’une série américaine (The Booth at the end), ce film au dispositif théâtral brille par sa virtuosité retorse. Dans le huis-clos d’un bar nimbé d’une lumière d’aquarium, les clients se succèdent, pour un ballet métronométrique. L’intrigue repose exclusivement sur les dialogues, la puissance des échanges menés au fur et à mesure de l’avancée des défis par ce drôle de confesseur, entre négociation commerciale et exploration psychanalytique. « Pourquoi demander des choses aussi horribles ? », s’enquiert un père incité à tuer une petite fille pour sauver son fils malade. « Parce qu’il existe des gens pour les faire », rétorque l’homme sans nom. Est-il le Diable ? Plutôt un intermédiaire, qui tend aux clients un miroir, les renvoie à leurs compromissions, questionne leur libre arbitre – car chacun, à tout moment peut renoncer au pacte. Le scénario s’emberlificote dans des coïncidences vaudevillesques, mais ce conte faustien propose une psychanalyse à la fois stimulante et désespérante. Sans surprise, nul besoin de vendre son âme au Malin, ce dernier réside en chacun de nous…
The Place – la recensione da Francesco Santini 9 Novembre 2017
Cosa accadrebbe se esistesse un genio della lampada in grado di realizzare i nostri desideri? E cosa accadrebbe se dovessimo compiere delle azioni che vanno contro morale e legge per ottenere quello che abbiamo chiesto? The Place, il nuovo film di Paolo Genovese, parla proprio di questo.
Un uomo misterioso (Valerio Mastandrea) che siede fisso al tavolo di un ristorante ha il potere di esaudire desideri. Un poliziotto (Marco Giallini), una suora (Alba Rohwacher), un meccanico (Rocco Papaleo), un padre di famiglia (Vinicio Marchioni), una moglie (Vittoria Puccini), un’anziana signora (Giulia Lazzarini), un cieco (Alessandro Borghi), una ragazza (Silvia D’Amico) e il suo fidanzato (Silvio Muccino) decidono di rivolgersi all’uomo per cambiare qualcosa della loro vita. C’è però un prezzo da pagare: bisogna superare delle “prove”, a volte moralmente inaccettabili. Si aprono così degli scenari inquietanti e surreali: uccidere una bambina per salvare il proprio figlio dal cancro, pestare a sangue un ragazzo per ritrovare dei soldi rubati, stuprare una donna per riacquistare la vista…
Si aggiunge alla lista di persone una bella barista di mezza età (Sabrina Ferilli) che non ha richieste se non quella di conoscere meglio il misterioso personaggio del locale.
Nello sviluppo della trama le varie storie si intrecciano tra loro. I nove personaggi si rivolgono alla misteriosa figura nel ristorante per chiedere consigli e raccontare i progressi ottenuti nello svolgimento dei compiti assegnati. L’uomo si trasforma in un confessore, una sorta di psicoterapeuta con una voluminosa agenda nera piena di appunti apparentemente disordinati. Profondamente interessato ai dettagli, ai pensieri e alle emozioni umane, sembra tuttavia che soffra quando la persona seduta di fronte accetta di compiere del male per realizzare il desiderio espresso. Ma quale sarà il senso di tutto questo?
Analisi
The Place analizza il comportamento umano di fronte ad una scelta difficile, spesso estrema e dicotomica. E’ un film provocatorio che parla di morale, di desideri, di possibilità e pone come fulcro di tutto il libero arbitrio dell’uomo. Di fronte all’occasione di ottenere qualcosa di agognato, l’animo umano è corruttibile? Si è disposti a sacrificare gli altri per arrivare ai propri scopi? C’è un mostro dormiente in ognuno di noi pronto a risvegliarsi qualora si presenti la giusta occasione?
Pur assegnando spesso compiti deplorevoli, il misterioso uomo al bar lascia sempre libera la scelta. Non c’è obbligo o costrizione; e, se pensate che “il cattivo” della storia sia lui, forse vi state sbagliando.
The Place riprende il soggetto dalla serie TV “The booth at the end” (2010) da cui però si differenzia notevolmente per diversi aspetti tecnici che sono di gran lunga più curati nel lungometraggio di Paolo Genovese.
La struttura portante del film sono i dialoghi. Grazie ad un’ottima recitazione lo spettatore riesce ad immergersi completamente nei racconti dei protagonisti riuscendo ad immaginare perfettamente tutto ciò che non viene mostrato ma solo descritto dalla voce narrante dei vari personaggi.
Un’attenta regia ci propone sia classici primi piani che ricercate inquadrature da insolite prospettive. Il film è sostenuto anche da un buon montaggio e da una raffinata fotografia desaturata e virata su tonalità verdi.
Alcuni aspetti della sceneggiatura del film di Paolo Genovese risultano meno convincenti. Il messaggio principale arriva allo spettatore già verso metà film. Non c’è un ulteriore arricchimento e sviluppo nella seconda parte che sembra avere la sola funzione di concludere le storie dei vari personaggi. Il finale stesso, inoltre, non chiude in maniera soddisfacente un film altrimenti ricco di spunti interessanti; alcuni spettatori potrebbero non trovare un senso preciso all’intera storia.
Conclusione
The Place è un film pretenzioso. Per la sua struttura particolare appartiene a quella categoria di film che può dividere il pubblico. Molto valido dal punto di vista recitativo e tecnico. La seconda parte del film e il finale possono lasciare una sensazione di vuoto e di amaro in bocca (a seconda anche dei gusti e delle aspettative personali).
Che piaccia o no, The Place è comunque un film che colpisce, che fa discutere e non lascia indifferenti.