Du 12 au 15 octobre
Date de sortie 31 juillet 2019 (1h 47min)
De Valerio Mieli
Avec Luca Marinelli, Linda Caridi, Giovanni Anzaldo
Genres Drame, Romance
Nationalités italien, français
Synopsis : Ils se sont rencontrés à une fête et se sont aimés tout de suite. C’est une belle et grande histoire d’amour, racontée à travers les souvenirs du jeune couple – des souvenirs altérés par le temps, leurs états d’âme, leurs différents points de vue. Des souvenirs qui finiront par influer sur leur relation.
Critique par Anne Dessuant (Telerama)
Elle et Lui vivent et revivent leur histoire d’amour au gré de souvenirs fluctuants. Une expérience de cinéma radieuse et sensuelle.
Ils se sont rencontrés lors d’une soirée d’été. Mais leurs souvenirs divergent très vite. La soirée était joyeuse ou sordide ? Il était habillé comment déjà ? C’est l’histoire d’Elle et Lui revue par leur mémoire qui ment ou « révèle la beauté des choses ». Cette multitude de points de vue est une source inépuisable de récits qui s’entrechoquent, se complètent ou se contredisent au gré du ressenti des narrateurs et des sauts dans le temps — pas de passé, présent, futur ici, les souvenirs se conjuguent à l’intemporel. Des films sur la mémoire, on se rappelle surtout Eternal Sunshine of the Spotless Mind, de Michel Gondry. Ricordi ? en est une troublante évocation. Mais alors que Clementine et Joel voulaient se désintoxiquer l’un de l’autre en effaçant leurs souvenirs, Elle et Lui ne vivent qu’à travers eux. Lui surtout : un instant à peine passé devient immédiatement un sujet de nostalgie qu’il s’acharne à entretenir. Se perdre dans son labyrinthe mémoriel devient sa drogue. En jouant sur le son, la musique, et surtout sur un montage éclaté (hallucinant travail de Desideria Rayner), en filmant des lieux étranges, Valerio Mieli nous plonge dans un état second, proche du rêve éveillé. Il nous invite à une expérience de pur cinéma, sensorielle avant tout.
Una storia romantica che pecca d’originalità ma conferma le grandi capacità registiche di Valerio Mieli. Recensione di Paola Casella
Lui, docente universitario di Storia romana, è problematico e tormentato proprio come piace a Lei, che gli si manifesta eternamente solare e comprensiva. Lei, insegnante di liceo vive immersa nel presente, ritenendo che « una cosa è già bella durante, non solo dopo, quando te la ricordi ». Lui invece i ricordi li immagazzina, li impila uno sopra l’altro, senza riuscire più a distinguere i confini fra presente e passato, e senza essere capace di immaginarsi il futuro. La loro storia d’amore non può che procedere in modo discontinuo, attraverso tante piccole fratture della superficie visiva, in continuo andirivieni fra flash back e flash forward. Il sorriso ostinato di Lei comincia a scomparire e lo smarrimento esistenziale di Lui procede a fagocitare tutto ciò che era naturale e spontaneo nella loro coppia.
Di coppia torna a parlare Valerio Mieli, a quasi dieci anni da Dieci inverni, il suo lungometraggio di esordio. E anche stavolta accarezza i suoi protagonisti con la sua regia empatica e avvolgente, coadiuvato dalla magnifica direzione della fotografia di Daria D’Antonio e dal montaggio fluido di Desideria Rayner, che intessono una trama delicata fatta di nostalgie e di emozioni.
E poiché Lui crede che il presente non esista, la trama cancella ogni permanenza dell’immagine procedendo per salti temporali e sovrapposizioni, sottraendosi alle regole della continuità narrativa.
Questa volta però il lavoro sulla grammatica filmica non è altrettanto interessante, né altrettanto originale, di quello fatto su Dieci inverni, che raccontava una storia d’amore cogliendola in dieci stagioni e lasciandoci immaginare ciò che fosse successo durante le primavere, estati e autunni a noi invisibili. In Ricordi c’è un altro rapporto amoroso disannileato in cui la tempistica fra i due personaggi è sempre fuori sincrono, e c’è la scelta di riproporre i ricordi come memoria soggettiva dei singoli. Ma se dal punto di vista estetico quel vagare fra corpi e sensazioni è puro piacere, dal punto di vista drammaturgico è troppo debitore di altro cinema precedente, in particolare Un amore di Gianluca Maria Tavarelli, al punto di scritturare nei panni di Lei un’attrice, Linda Caridi, che somiglia a Lorenza Indovina, e a rendere Lui (Luca Marinelli) fisicamente simile a Fabrizio Gifuni in quel film del 1999.
Il risultato è una storia romantica che conferma le grandi capacità registiche di Mieli ma cede ad una forma di onanismo non solo nella struttura della trama, ma anche in certi dialoghi avvoltolati su se stessi: quelli che nell’ambito di una relazione amorosa sono tollerabili, ma diventano stucchevoli se trasposti sul grande schermo. Lo sturm und drang del tutto privo di ironia del protagonista maschile ha qualcosa di ottocentesco, il che significa antico ma anche superato: ci domandiamo se, fra le tante preoccupazioni reali che tormentano un trentenne di oggi, resti lo spazio per convinzioni masochiste come « Una storia comincia a finire non appena è iniziata ».