Bella e perduta

du 7 au 10 janvier 2017

aff-bella-e-perdutaDate de sortie : 1 juin 2016 (1h 27min)
De Pietro Marcello
Avec Tommaso Cestrone, Sergio Vitolo, Gesuino Pittalis
Genre : Drame, Documentaire
Nationalités : Italien, Français

Synopsis : Tommaso, simple berger, veille jusqu’au jour de sa mort sur un palais abandonné dans la région de Naples en proie aux pillages et réduit à l’état de décharge par la camorra. Polichinelle émerge alors des profondeurs du Vésuve pour accomplir sa dernière volonté : prendre soin d’un jeune buffle. Ils voyagent ensemble à travers les paysages sublimes de l’Italie. Entre mythe et réalité, une fable sur l’Italie contemporaine, belle et perdue…

« Bella e perduta », l’Italia raccontata da un bufalo con la voce di Elio Germano
Dopo la presentazione al festival di Locarno e a quello di Toronto arriva nelle sale il film di Pietro Marcello che racconta un luogo magico e simbolico, la Reggia di Carditello per anni abbandonata e salvata dall’amore di un pastore, volontario che ne è stato custode. E che oggi non c’è più.

Chiara Ugolini – sabato 14 novembre 2015

Bella e perduta è l’Italia. Il trentanovenne regista campano Pietro Marcello (Il passaggio della linea, La bocca del lupo) voleva fare un film on the road attraverso il nostro paese sulle tracce del libro di Guido Piovene, Viaggio in Italia poi però il progetto ha preso un’altra strada. « Gli imprevisti fanno parte del nostro lavoro, per chi usa il cinema del documentario sono linfa vitale – spiega Marcello – Siamo arrivati alla Reggia per girare uno degli episodi del film e abbiamo incontrato il pastore Tommaso Cestrone, l’angelo di Carditello, che per anni si è preso cura della palazzina abbandonata nell’incuria delle istituzioni. Quando poi Tommaso è morto improvvisamente la notte di Natale del 2013 per un infarto io, insieme al mio coautore Maurizio Bracci, ho deciso di continuare questa storia ».

Il film così è diventato un’opera complessa e semplice allo stesso tempo, fatta di tante anime: il viaggio di un Pulcinella, servo sciocco, che viene inviato nella Campania dei giorni nostri per esaudire le ultime volontà di Tommaso, un semplice pastore: mettere in salvo un giovane bufalo di nome Sarchiapone. Ma ci sono anche le immagini delle manifestazioni anticamorra, le proteste contro le discariche (ce ne sono ben tre in quelle zone, tra cui una che è tra le più grandi d’Europa) intervallate anche da immagini di repertorio. « Noi veniamo da quelle terre, lo consideravamo un dovere morale proseguire la storia di Tommaso attraverso quella di Sarchiapone, il cucciolo di bufalo che lui aveva trovato e allevato, che oggi è cresciuto e che questa primavera per la prima volta si accoppierà. Se ne prende cura il nostro « animalaro » Gerardo Attanasio. Il bufalo ormai è assolutamente al di fuori della schiera produttiva perché non dà latte e non serve neppure più per la riproduzione dal momento che le femmine vengono sottoposte all’inseminazione artificiale, ma in passato è stato amico dell’uomo, fondamentale nei campi e nella costruzione delle strade. Accanto a lui non potevo mettere un attore così ho chiamato un amico, che è un filmaker ma anche un fabbro, Sergio Vitolo che è diventato Pulcinella ». Sarchiapone nel film parla con la voce di Elio Germano. « Non ho certo scelto lui per mettere il nome sul manifesto, avevo bisogno di qualcuno che credesse profondamente nel progetto, che è un progetto libertario, indipendente e anticonformista. Germano è stato scelto per il suo talento ovviamente ma anche per la sua sensibilità ».

« La Reggia di Carditello è l’emblema della malasorte che si è abbattuta sulla terra del lavoro, oggi terra dei fuochi – racconta Marcello – una terra che fu fertilissima, con tre raccolti l’anno e che oggi è stretta nella morsa delle discariche per colpa di un’industrializzazione fittizia che ha ucciso l’agricoltura locale della canapa e della barbabietola. Nel Settecento la Reggia era una fattoria modello, centro di eccellenza zootecnica che venne però data dai Savoia in gestione ad un signorotto di Casal di Principe, un camorrista dell’epoca. La Reggia subì così nel tempo un declino fino a diventare un luogo di latitanza dei Casalesi, « santa barbara » del traffico d’armi. Grazie a Tommaso che si è improvvisato una specie di sceriffo della zona, che ripuliva e bonificava senza sosta quell’area la Reggia è stata salvata. Tra tutte le figure istituzionali va riconosciuto il coraggio del Ministro Massimo Bray che l’ha fatta acquistare allo Stato, oggi aspettiamo di capire che cosa ci verrà collocato; sono partiti dei restauri ma finché non viene chiarita la destinazione d’uso è difficile che la storia trovi un lieto fine. Quando a Tommaso chiedevo che scopo vedi per la Reggia, lui mi rispondeva può essere qualsiasi cosa. Anche un centro di ricerca internazionale o l’Università agraria ».

Il film è stato in molti festival, è uscito nelle sale francesi, il 19 novembre arriva in quelle italiane, distribuito da Istituto Luce Cinecittà. E poi? « Quello che vorrei è che il film fosse visto dai ragazzi, questo è il sogno mio e di Maurizio Braucci. Vorremmo organizzare delle proiezione per le scuole perché questo film è fatto per i cittadini che amano quel territorio ma in realtà contiene temi universali che possono essere capiti ovunque. Poi affronta il tema dell’ecologia, della trasformazione del nostro paese e dello smaltimento dei rifiuti che in quell’area è diventata una grande truffa. Il problema non è la terra, quella si rigenera ma è l’uomo che non si rigenera, il senso civico di una comunità. Per questo motivo il film deve essere visto dai ragazzi ».