« la bibliothèque de la DANTE à la demande de ses sociétaires, s’enrichit de quatre nouveaux ouvrages récents…en langue italienne »
La vita bugiarda degli adulti di Elena Ferrante
7/11/2019 Editore: E/O
La fama della scrittrice è esplosa quando, nel 2011, Edizioni E/O ha pubblicato il primo volume della saga de L’Amica Geniale, conclusasi poi nel 2016 con Storia della Bambina Perduta, finalista al Man Booker International Price. La fama della Ferrante, inoltre, si è diramata anche alla fetta di pubblico che non è lettrice abituale grazie alla serie firmata da Saverio Costanzo e presentata in anteprima alla Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia, prima di approdare in prima serata su Rai 1 e sulla piattaforma Tim Vision.
La trama
Con un corsus come questo alle spalle, era pressoché logico immaginare che intorno al nuovo romanzo della Ferrante circolassero non solo aspettative molto alte, ma anche una curiosità difficile da tenere a bada, soprattutto considerando che pochissimi dettagli erano stati fatti trapelare dopo l’annuncio dell’uscita del romanzo.
Ma l’attesa è finalmente finita. Con le sue 326 pagine, La Vita Bugiarda Degli Adulti racconta la storia di Giovanna, una ragazzina di appena tredici anni che, a causa di una brutta frase pronunciata dal padre, comincia a interrogarsi non solo sul suo aspetto, ma anche sul suo legame con la famiglia paterna: un ammasso di domande senza risposte e di odi sussurrati, capitanata dalla temibile Zia Vittoria, così lontana dalla vita alto borghese a cui Giovanna è ormai abituata.
Man mano che il tempo passa – e la pubertà si affaccia all’orizzonte con le sue tempeste umorali – Giovanna cerca di mettere in ordine se stessa, le sue aspirazioni e i suoi pensieri, mentre assiste al disvelamento della peggior verità che possa cogliere un figlio: i genitori falliscono e, soprattutto, gli adulti mentono.
La via perfetta di Daniele Nardi con Allessandra Carati
2019 Editore Stile Libero Extra
La via perfetta, il libro postumo di Daniele Nardi scritto da Alessandra Carati su precisa richiesta dello stesso Nardi nel caso in cui non fosse più tornato dalla sua spedizione sullo sperone Mummery del Nanga Parbat è un vero pugno nello stomaco ma anche un documento importante che racconta la determinazione del primo alpinista italiano nella storia, nato al di sotto del Po, ad aver scalato l’Everest ed il K2, le due vette più alte al mondo oltre ad altri ottomila.
Il libro : Sulla Terra ci sono quattordici montagne che superano gli 8000 metri: il Nanga Parbat è una di queste. La nona in ordine di altezza e una delle piú difficili; in particolare se la si affronta dallo sperone Mummery, che nessuno ha mai salito. Nei suoi cinque tentativi di conquistare la vetta in invernale, Daniele Nardi lo ha provato quattro volte. Quel «dito di roccia e ghiaccio che punta dritto alla vetta» aveva catturato la sua immaginazione. Un percorso cosí elegante da sembrare perfetto. L’impresa di Nardi e del suo compagno di cordata Tom Ballard si è interrotta a un passo dalla conclusione, ma Daniele, come fa ogni alpinista, aveva messo in conto che potesse accadere, e si era rivolto ad Alessandra Carati. Hanno lavorato insieme per quasi un anno. Alessandra lo ha seguito al campo base del Nanga Parbat e, dopo essere rientrata in Italia, è rimasta in contatto con lui fino all’ultimo giorno. Nella posta elettronica aveva un’email che era un impegno: terminare il racconto che Daniele aveva iniziato.
«Un alpinista è un esploratore, non resiste a una via di cui si è innamorato, non può sottrarsi al desiderio di tentarla. Perché la visione iniziale è diventata un’idea, e l’idea un progetto a cui pensa tutti i giorni e a cui dedica le sue energie migliori».
Le ombre di Montelupo di Valério Varesi
2008 Editore: Sperling & Kupfer
Per il commissario Soneri una vacanza a Montelupo, un borgo dell’Appennino emiliano, ha il sapore dell’infanzia e della giovinezza, vissute lì tra la famiglia, gli amici, la scuola e le passeggiate tra i boschi. Ma il tempo ha guastato i bei ricordi e anche le persone non sono più le stesse. Così, quando Palmiro Rodolfi e il figlio Paride, padroni del grande salumificio che da decenni dà lavoro e ricchezza al paese, fanno una brutta fine, Soneri capisce che quelle morti celano qualcosa di marcio che ha corrotto anche la sua gente. Considerati dei benefattori fino a pochi giorni prima, i Rodolfi sono ora oggetto di recriminazioni, voci malevole sussurrate a mezza bocca, perfino maledizioni. E la disinvolta gestione dei loro affari sembra abbia gettato sul lastrico intere famiglie. Ma chi è più colpevole? I Rodolfi o quanti gli hanno dato fiducia, sperando in guadagni illeciti? E la loro tragica fine a chi va imputata? Il commissario si trova a frugare nelle pieghe di un caso che appare emblematico di un mondo che ha smarrito identità e valori inseguendo una « modernità » fondata sul mito del denaro. E la soluzione gli porta l’amara consapevolezza di dover chiudere per sempre una porta sul proprio passato. Un romanzo tagliente, che coglie alcune tra le peggiori ferite della nostra società e insieme sa regalare una lettura avvincente, carica di suggestione e fascino.
Il maestro delle ombre di Donato Carrisi
2016 Editore: Casa Editrice Longanesi
Fu il primo dei tribunali della curia romana ecclesiastica, ed è istituito per le questioni di coscienza. Le sue origini risalgono al XIII secolo, quando per autorità di Innocenzo IV i penitenzieri di Roma si costituirono in collegio sotto la presidenza di un cardinale. Il suo potere giurisdizionale variò secondo i tempi, ma è certo che la Penitenzieria si sia occupata e continui a occuparsi di cose oscure, indicibili e pericolose.
Come fu in epoca controriformista per le suppliche dei condannati a morte per stregoneria. La Santa Penitenzieria Apostolica è anche altrimenti conosciuta come: il tribunale delle anime. È qui che bene e male giocano la loro partita con il destino degli uomini. Il tribunale infatti si occupa dell’archivio criminale più imponente che esista al mondo, quello delle confessioni dei peccati più gravi. E per questo che esistono i penitenzieri: sono loro la presenza segreta su molte scene del crimine, sono loro che sono alla costante ricerca di ciò che l’occhio di un semplice detective non può scorgere. Un’anomalia