Seconde jeunesse (Astolfo)

dates de programmation non encore définies

Comédie, romance de Gianni DI GREGORIO (2023) durée 1h31

Avec Gianni Di Gregorio, Stefania Sandreli, Alfonso Santagata

Astolfo, professeur à la retraite, doit quitter son appartement romain, expulsé par la propriétaire. Désargenté, il décide de retourner au village de ses ancêtres, pour habiter le palais familial en ruine, vestige d’un patrimoine que chacun tente d’accaparer.

Il se lie d’amitié avec le marginal qui squatte depuis des années la demeure, mais aussi avec un cuisinier retraité et un jeune sans emploi. Mais surtout, il rencontre Stefania, une femme de son âge, timide, douce et généreuse. Encouragé par ses amis, Astolfo apprend avec joie qu’il n’est jamais trop tard pour tomber amoureux…Comédie délicieuse et pleine d’humour, qui donne une « seconde jeunesse » à l’actrice mythique du cinéma italien qu’est Stephania Sandrelli.

Astolfo è un professore in pensione che vive a Roma in un vecchio appartamento da cui viene gentilente sfrattato. Gli affitti sono lievitati e il professore decide di tornare in provincia, sulle colline di Artena dove è ubicato il palazzo nobiliare di famiglia. I suoi grandi salotti polverosi sono abitati da un povero diavolo caduto in disgrazia come lui. Insieme decidono di affrontare il presente, il sindaco, che ha costruito sulle terre appartenute in un tempo remoto alla sua famiglia, e un prete invadente, che ha murato il suo salone e occupato le sue stanze per la ricreazione. Ma l’amore per Stefania, una bella signora introdotta dal cugino farfallone, scuoterà l’ordinarietà del quotidiano e darà un senso nuovo alla sua esistenza.

Un vecchio ragazzo, un po’ smarrito e vagabondo, che attraversa la vita con una sorta di candore e di inerzia gioiosa. Un’attitudine che è una dichiarazione di estetica, una maniera di abitare poeticamente il mondo che apre con Astolfo una possibilità. Spalanca un orizzonte nuovo che risale le colline laziali fino ad Artena, un piccolo comune di anime placide. Nel cinema di Di Gregorio le virate in auto sono l’occasione di piccole follie e prendono la forma di digressioni liriche o di escursioni sentimentali.

Erede di un paladino franco che fece l’impresa, quella grande e cavalleresca che lustra il blasone, annette terreni e ritrova il senno di Orlando, Astolfo è l’inverso del suo antenato, una creatura alla ricerca di un riparo. Non cavalca ippogrifi, il professore, ma una Panda che lo conduce lontano dall’agitazione urbana verso un luogo bucolico dove scrive un’altra delle sue avventure, una favola scanzonata, meravigliosamente interpretata, che ha ancora una volta il merito di rendere visibile la vecchiaia.

Se tutte le strade portano a Roma, qualcuna permette di uscirne. Per necessità. Un contratto d’affitto scaduto e una pensione minima. Ma anche lontano dalla capitale, le relazioni umane, l’amicizia e l’aiuto reciproco restano il cuore battente del suo cinema dagli accenti romani affilati. Le espressioni dialettali che punteggiano le sue conversazioni, la sua ironia, la sua grande cultura e la sua ‘ignoranza’ tranquilla disegnano la sua appartenenza a una città e a un territorio che a questo giro di auto si allarga a comprendere la bella provincia laziale.

« Quivi ebbe Astolfo doppia meraviglia: che quel paese appresso era sì grande, il quale a un picciol tondo rassimiglia a noi che lo miriam da queste bande… ». Lo spazio che si apre agli occhi del nostro Astolfo non è la Luna di Ariosto ma come « lassù » ha fiumi, laghi e campagne, città, valli e castelli dove una dama lo attende da sempre. È Stefania (Sandrelli), musa discreta e determinata, che lo innamora.